L’ho imparato da mia madre che lo diceva sempre a mio padre
che tutti gli uomini sono bugiardi, bevono, giocano e tornano tardi
tutti uguali
tutti uguali
Ma nel mio letto poi alla sera mi si insegnava un’altra preghiera
pace, Signore, a tutti quanti, tutti buoni, tutti santi
tutti uguali
tutti uguali
Io venni su tra vecchie case e panni stesi ad asciugare
le stesse facce, gli stessi confini, gli stessi giochi, gli stessi bambini
tutti uguali, eh
tutti uguali
Il primo bacio a quindic’anni l’ho dato a uno che aveva vent’anni
a lui soltanto ho detto ti amo ed allora ho pensato che forse non siamo
tutti uguali
tutti uguali
E se con lui è durato per poco è stato giusto, non era che un gioco
ma senz’amore il mio calendario è una sfilza di giorni come un rosario
tutti uguali
tutti uguali
E ai miei anni a ritrovarsi con cento altri cui aggrapparsi
ma anche chi si diceva un amico in fin dei conti non mosse mai un dito
tutti uguali
tutti uguali
Adesso parlo come mia madre quando diceva rivolta a mio padre
che tutti gli uomini sono bugiardi, bevono, giocano e tornano tardi
tutti uguali, oh
tutti uguali
Ma sono pronta a rinnegarmi, basta che tu ti fermi a guardarmi
e già mi trovi nella tua rete, cosa m’importa se in fondo voi siete
tutti uguali, tutti uguali
tutti uguali, tutti uguali
tutti uguali, tutti uguali
tutti uguali, tutti uguali
tutti uguali, tutti uguali